Strategia europea sulla plastica. L’obiettivo è stimolare la
richiesta di plastica secondaria da riciclo nel mercato europeo, considerando che attualmente meno del 30% dei rifiuti plastici raccolti si avvia a diventare nuovi prodotti.
Su questo presupposto, e nel contesto fortemente condizionato dal bando del governo cinese alle importazioni di rifiuti plastici dal gennaio di questo anno, l’Europarlamento ha dato il via libera (a larghissima maggioranza) alla
Strategia europea sulla plastica nell’economia circolare presentata lo scorso gennaio dalla
Commissione nell’ambito del piano d’azione per la transizione
verso un’economia circolare.
Nel
documento i deputati chiedono la creazione di un vero e proprio
mercato unico per le plastiche riciclate, nel quale vengano fissati standard sulla qualità, per creare fiducia e rafforzare il la richiesta, tenendo conto dei diversi gradi di riciclaggio compatibili con i diversi usi, garantendone al tempo stesso la sicurezza, ad esempio quando la plastica riciclata è utilizzata in contenitori per alimenti. Gli Stati membri, secondo gli eurodeputati, dovrebbero inoltre considerare la possibilità di ridurre
l’IVA sui prodotti contenenti materiali riciclati.
Si prevedono incentivi per la raccolta dei rifiuti in mare, nuove norme a livello europeo in materia di biodegradabilità e compostabilità e un divieto totale della plastica
ossidegradabile entro il 2020, nonché il divieto delle microplastiche nei cosmetici e nei prodotti per la pulizia entro il 2020. Questo porterebbe all’abolizione dei
frammenti o sfere di plastica, di dimensione generalmente inferiore al millimetro, contenuti come esfoliante o additivo in diversi prodotti di uso quotidiano.
Le microplastiche sono ritenute più dannose per gli oceani sia per la loro pervasività ma anche per la più facile ingestione dagli organismi marini.